Certi ristoranti bisognerebbe chiudessero

Certi ristoranti bisognerebbe chiudessero. Non si può stare male due giorni soltanto per aver mangiato un antipasto toscano e una pizza con le acciughe (ammesso che ci fossero sopra la pizza!).

L’esperienza l’ho vissuta a Poggibonsi domenica sera. Una pizza con amici, tanto per stare insieme mentre i figli festeggiavano il compleanno nella sala accanto. Per loro la pizza era un optional tra videogiochi, cineserie in premio a strani marchingegni e divertimenti vari.

Si inizi subito male, il menù è scritto in un strano italiano con molti errori. Chiedo un antipasto misto e una pizza con le acciughe e mi ci vuole un po’ a far capire che la pizza con la acciughe è senza mozzarella.

Dopo un po’ arrivano le portate. L’olio della fett’unta sa di rancido e sicuramente non è extravergine. O se lo è davvero di bassa qualità. Il prosciutto non so dove lo abbiano trovato, il crostino nero (quello con i fegatini) è pieno di olio, c’è il salamino piccante (che c’entra con la Toscana?), il formaggio è un prodotto da grande distribuzione.

Ci portano anche un bottiglia di vino, Igt, 7 euro, perché il rosso sfuso non ce l’hanno, il bianco sì. Arriva in tavola già stappato. Non dico niente, non voglio rovinare la serata con amici e famiglia. Mi metto soltanto ad osservare.

Arriva anche la pizza. Un biscotto rotondo con un verniciata di pomodoro e quattro mezze acciughe che neanche si vedono (a listino costa 6 euro, non te la regalano). Di fatto è immangiabile.

Evito il dolce, non so che mi potrebbero portare. Ma non resisto al limoncello, mi ci vuole per chiudere bene. Salvo scoprire che è stato allungato con molta acqua, come la grappa che servono agli altri commensali.

E allora mi sono chiesto. Sarà pur vero che i costi aumentano, gli affitti pure, che i prezzi (peraltro non bassi) non sono aumentati da qualche mese. Ma vale la pena “avvelenare” la gente con materie di scarsa scarsissima qualità?

Ma soprattutto vale la pena farsi avvelenare?. Se tutti decidessero di non andare in un determinato ristorante  o pizzeria, forse qualcosa potrebbe cambiare. In fondo una pizza, anche fatta con materie prime di buona qualità, potrà costare 1 euro, poco di più. Non bastano 5 euro di margine? E poi ci sono quasi sempre 2-3 euro di coperto.

E vale la pena andare nei ristoranti e negli agriturismo dove quello che ti servono è stato comprato al supermercato? Conosco molti gestori di ristoranti e di agriturismo. Alcuni li vedo spesso fare la spesa alla Coop e comprare non la marca Premium (Fior fiore Coop) ma il primo prezzo. Latte, panna da cucina, acqua, pane… tutto della fascia di prezzo più bassa. Poi magari finisce in un piatto che costa 10 euro o sulla tavola di un agriturismo spacciata per prodotto fatto in casa

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2 risposte a Certi ristoranti bisognerebbe chiudessero

  1. valentina niccolai ha detto:

    Considero l’osservazione molto intelligente e seria. Conoscendo di persona il collega Andrea Settefonti, non mi meraviglio. Ma tutti, dovrebbero lavorare con etica, onestà, rispetto del consumatore, trasparenza. A guidare una piccola utilitaria di seconda mano non c’è vergogna. Semmai è grave far passare ( e con la comunicazione non è poi così difficile) per oro un fil di ferro. Lo spazio c’è per tutti, l’onestà professionale porta più lontano: a forza di spennare il pollo quello scappa. E fa bene.

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  2. Marilena ha detto:

    Ho capito dove Andrea ha cenato! Il gestore di quel locale l’ho trovato con un carrello pieno zeppo alla Lidl!!

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